giovedì 30 ottobre 2014

Richieste asilo: necessario un nuovo sistema europeo

Ho ufficialmente chiesto al ministro Alfano che nel corso del semestre europeo si lavori all'elaborazione un unico sistema di accoglienza europeo in materia di immigrazione, che sia concertato tra gli stati membri, per la ripartizione dei flussi legata a quote ancorate a elementi demografici ed economici certi e condivisi, modello che poi potrebbe essere applicato via a via alle realtà minori come Regioni e Comuni.
In pratica, a decidere in che modo i singoli stati membri dell'Unione Europea devono garantire l'accoglienza sarebbe la valutazione delle singole condizioni economiche e demografiche. Per fare questo, servirebbe riformare il regolamento di Dublino III che stabilisce i criteri di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno qualsiasi degli Stati membri. Ma credo che sia un atto necessario, vista la situazione. Tanto più che poi questo modello potrebbe essere applicato anche nel ''piccolo'', ovvero nella ripartizione delle quote tra Regioni e Comuni, passando da un modello europeo a uno nazionale e regionale. In questo modo i criteri economici e demografici sarebbero la linea da seguire per determinare le quote di richiedenti asilo che le singole realtà, anche territoriali, dovrebbero ospitare.

giovedì 23 ottobre 2014

Richiedenti asilo: tempi lungi per la seconda commissione.....

Avvio rapido della seconda commissione per esaminare le istanze dei richiedenti asilo? Magari, ma non sarà così. È vero che il decreto legge del 22 agosto 2014 è stato convertito, ma di nuove commissioni non se ne parla prima del 2015. La questione è stata esaminata nell'ultima seduta del Comitato, dove ho interrogato il ministro Alfano su tre questioni: in quanto tempo saranno attive le altre commissioni previste (e dove saranno collocate), con che fondi si pensa di attivarle, e quanti fondi sono disponibili per il piano nazionale e regionale sull'Immigrazione ma non ho ottenuto risposte. Il ministro infatti si è riservato di verificare tutto. Le domande sono state rivolte nel corso dell'incontro che illustrava il passaggio dall'operazione Mare Nostrum a Triton. Nell'occasione ho quindi posto il problema di Gorizia, Trieste e Udine, che si trovano alle prese con l'immigrazione cosiddetta ''di ritorno'', ovvero persone che arrivano a Gorizia proprio per le richieste di asilo, chiedendo anche quando si passerà ad affrontare situazioni come quella di Gorizia considerandole come strutturali, e non di emergenza.Il problema è che quando un provvedimento viene convertito in legge, c'è poi bisogno dei regolamenti attuativi per renderlo efficace. E in questo caso la strada è ancora lunga: il piano deve essere condiviso tra Governo, Anci e Conferenza delle Regioni. Il 30 ottobre in audizione al Comitato ci sarà il sindaco di Udine Furio Honsell. A fine novembre avremo l'audizione del presidente della Conferenza Sergio Chiamparino. Solo dopo aver sentito tutti i pareri e determinato le risorse si deciderà dove andrà collocata una seconda commissione. Quindi, seppur mantenendo la notizia positiva della conversione in legge, non dobbiamo farci troppe illusioni sulla velocità di creazione di un'altra commissione.





Selex Es: possibile utilizzo in Mare Nostrum per i Falcon


Il velivolo Falco prodotto dalla Selex di Ronchi dei Legionari potrebbe avere un impiego futuro nell'operazione ''Mare Nostrum'': l'Aeronautica militare ha verificato, quest'anno, un possibile impiego dei Falco a supporto delle unità navali coinvolte nell'operazione Mare Nostrum, con decollo dall'aeroporto di Pantelleria, e ha invitato quindi la ditta Selex a presentare la documentazione necessaria alla certificazione militare del volo.

Questo il risultato della mia interrogazione presentata alla Camera in merito al mancato utilizzo dei Falco nelle operazioni militari italiane. La Selex Es di Ronchi dei Legionari infatti produce aerei (i Falco) talmente avanzati da ricevere un elogio dal segretario Generale dell’ Onu Ban Ki Moon per il loro apporto nelle operazioni di salvataggio in Congo, ma che non sono ritenuti adeguati per prendere parte all'operazione Mare Nostrum: come mai?

La risposta del ministro della Difesa Roberta Pinotti è stata che il sistema Falco, al momento, dispone solo di un'autorizzazione al volo sperimentale/prototipico rilasciata dall'Enac, che non ne consente l'utilizzo sul territorio nazionale né il pilotaggio da parte di un pilota militare che non sia qualificato Sperimentatore di volo. «La normativa aeronautica ispirata agli standard della Nato – recita la risposta del ministro - prevede che gli aeromobili a pilotaggio remoto rispondano a requisiti di sicurezza previsti dalle prescrizioni del Documento Tecnico Operativo (Dto) stipulato tra Enac e Forze Armate, che prevede tra l'altro la certificazione e l'immatricolazione nei registri degli aeromobili militari da parte della Direzione di Armamento aereo del Segretariato Generale della Difesa». I Falco al momento non possiedono tale certificazione, e pertanto, non possono essere immatricolati nei registri degli aeromobili militari: non possiedono, quindi, i requisiti tecnico-normativi necessari per l'impiego da parte dell'Aeronautica militare. «La ditta costruttrice – specifica ancora la risposta del ministro Pinotti – non ha ritenuto utile né intraprendere misure correttive per adeguare il velivolo alla citata normativa né avviare l'iter di certificazione».

Le cose però, come detto, potrebbero cambiare. Ecco perché mi impegno fin d'ora a seguire la vicenda, verificando con le Rsu e la proprietà aziendale l'iter necessario a ottenere la certificazione per l'utilizzo dei Falco nelle operazioni militari italiane.





mercoledì 8 ottobre 2014

Lunedì 13 ottobre a Gorizia: riflessione sul delitto Moro e le sue conseguenze sulla storia d'Italia.


Siete tutti invitati per una riflessione su cosa ha comportato quell'evento negli anni a venire....








mercoledì 1 ottobre 2014

Riforma del lavoro: il mio intervento completo

Il mio intervento su riforma lavoro completo, pubblicato su Paese e dintorni


Riforma del lavoro: intervento su Paese e dintorni