venerdì 26 ottobre 2012

Osoppo: la zona industriale invade la Cimpello Sequals Gemona e la Regione che fa?

Il Comune di Osoppo prevede l'ampliamento della zona industriale proprio in corrispondenza del tracciato della viabilità strategica Cimpello-Sequals-Gemona, creando le condizioni di un serio conflitto con la previsione contenuta nel recente Piano regionale delle infrastrutture. E la Regione che fa? Sta a guardare. Questo il senso dell'interpellanza che i consiglieri regionali Giorgio Brandolin e Sandro della Mea (Partito Democratico) hanno presentato alla Giunta regionale, per capire come ci si sta muovendo nell'intricata vicenda della variante 11.


Ancora nel 2008, infatti, la Giunta regionale aveva deciso di sollevare delle riserve vincolanti sulla variante 7 del piano regolatore del Comune di Osoppo, che prevedeva l'ampliamento di 427.000 metri quadrati nella zona industriale di Rivoli. La variante non era poi entrata in vigore perchè la Giunta regionale non aveva mai deliberato la conferma di esecutività.

Nel dicembre del 2011, però, il Comune di Osoppo ha adottato la variante 11, che ripropone l'ampliamento della medesima zona industriale, senza però verificare il superamento delle riserve disposte dalla Giunta. Entro il termine di legge non sono però pervenute riserve vincolanti su tale variante da parte della Regione.

«Ecco perchè – affermano i consiglieri Brandolin e Della Mea – chiediamo i motivi per la mancata esecutività della variante 7, e quelli della mancata riserva sulla variante 11 (oppure la conferma della sua esecutività), e infine se la Giunta ritenga saggio e sensato confermare una variante urbanistica al Prg di un Comune quando le sue previsioni urbanistiche stridono in maniera oggettiva e più che evidente con uno degli atti di programmazione della viabilità più rilevanti, mettendo così in crisi la stessa scelta strategica infrastrutturale regionale».

giovedì 25 ottobre 2012

Traffico pesante: per la Regione è colpa dei Comuni!

Il traffico pesante sulle strade del mandamento? Secondo la Regione, è tutta colpa dei Comuni. Almeno così pare dalla risposta fornita dall'assessore Riccardi alla mia interrogazione, nella quale prima si afferma che il via vai di camion è positivo, poi si nega che il problema esista, e infine si sostiene che dovrebbero essere i sindaci a vietarlo!

Secondo quanto sostenuto da Riccardi nella risposta, infatti, il traffico pesante nelle città è un ''aspetto positivo'': «Occorre preliminarmente sottolineare che la segnalazione dell'intenso traffico di bramme siderurgiche è correlata ad un'attività del Porto di Monfalcone che si connota, in questo particolare momento economico, come un elemento positivo» scrive l'assessore, che continua: «Desta meraviglia che l'asserito intenso traffico su viabilità ordinaria incida sulla tenuta delle opere stradali, in quanto è nella responsabilità dei soggetti gestori delle arterie stradali garantire condizioni di sicurezza e stabilità delle infrastrutture e, in tal senso, non si hanno segnalazioni tali da ritenere che vi sia inadempienza da parte delle istituzioni deputate».



Nella risposta quindi Riccardi nega che il problema esista solo perché non ci sono segnalazioni di danni alla Regione, ma è proprio di questi giorni, guarda caso, il rifacimento di ampi tratti di via Colombo/via Boito a Monfalcone, ovvero la strada che esce dal Porto verso via Grado.

E la revisione del sistema di agevolazioni per chi sceglie la ferrovia, che penalizza il tratto Monfalcone-Porto Nogaro? Nessun accenno. Riccardi ricorda solo che l'Amministrazione regionale «ha da sempre privilegiato lo spostamento via ferrovia», ricordando i «130.000 euro a favore del Consorzio industriale dell'Aussa Corno per interventi di adeguamento strutturale della linea ferroviaria di collegamento tra il Porto di Monfalcone e Porto Nogaro».
 
C'è stato solo un debole impegno a verificare il regolamento contributivo, fatto a braccio senza esplicitarlo nella risposta ufficiale. Forse perchè ci si è resi conto che il solo adeguare l’infrastruttura non basta, evidentemente, a convincere le aziende a spostarsi su ferro.

Riccardi infine conclude ricordando che «il Consiglio regionale aveva autorizzato l'Amministrazione regionale a sostenere i traffici pesanti attraverso la rete autostradale quale viabilità alternativa al passaggio nei centri urbani. Le verifiche istruttorie del competente Servizio regionale hanno però evidenziato come con singole ordinanze degli Organi delle Autonomie Locali, sia stato inibito il passaggio dei mezzi pesanti all’interno del centro abitato da parte di convogli potenzialmente pericolosi, eliminando di fatto le criticità».

Scaricare sui sindaci la responsabilità di fermare il traffico pesante con una loro ordinanza, come suggerisce Riccardi, non mi sembra corretto. In primo luogo, perché la Regione ha la possibilità di intervenire, come detto sopra, e poi perché così facendo le aziende trasportistiche non vedrebbero risolti i problemi dei costi di passaggio, gomma o ferro che sia.

giovedì 18 ottobre 2012

I nostri dieci ''no'' al PGT

Perchè abbiamo detto ''no'' al Piano di Governo del Territorio? Perchè la giunta regionale pretendeva una sorta di "firma in bianco“ su una cambiale che non si sa chi riempirà di contenuti chiari, concreti e coerenti. Il progetto attuale, frutto del lavoro svolto dagli uffici con il supporto delle Università di Udine e Trieste, rappresenta solo una base di partenza analitica e di proposizione di argomenti. Con il parere negativo espresso alla fine della IV commissione, si è inteso evidenziare le molte incongruenze sulle modalità, sui tempi e sui contenuti del progetto.

Tutti i soggetti auditi finora hanno criticato il modo semplicistico di coinvolgimento (assemblee al posto delle conferenze di pianificazione). La Regione, poi, non considera nè “lo scenario di riferimento” (sviluppo euroregionale?), nè gli obiettivi e i tempi in cui raggiungerli. Anzi, nel documento si legge che la Regione non intende operare con la copianificazione per realizzare il passaggio delle decisioni assunte a livello statale ed europeo: parla di ''Sistemi territoriali locali'' senza precisare quali siano i criteri di riconoscimento, se la loro costituzione sia obbligatoria, nè entro quali limiti temporali dovranno essere operativi e con che funzioni. Non si specifica neppure chi approva l'accordo di pianificazione (i sindaci? La giunta o i consigli comunali dei comuni facenti parte dei sistemi?). Infine, nel progetto di PGT si afferma che “nell’area vasta si studiano le compensazioni”, ma non si chiarisce con quali fondi e con quali meccanismi. E sono solo alcuni dei punti critici....
In sintesi, il progetto di PGT risulta del tutto in contrasto con le Linee guida tuttora vigenti e approvate nel 2010, con tali e tanti punti di domanda e nodi irrisolti da aver portato la maggioranza del CAL ad esprimere pare negativo.

martedì 9 ottobre 2012

Disegno di legge sull'energia e carburanti: la Regione Ponzio Pilato

Chi sperava che il nuovo disegno di legge riguardante l’energia e la distribuzione dei carburanti, appena approvato in consiglio regionale, risolvesse i problemi del territorio su questi temi, è rimasto deluso: il documento infatti che non affronta le questioni strategiche in materia di energia, rinviando tutte le scelte importanti al futuribile Piano regionale dell’energia che non è dato sapere quando vedrà la luce. La maggioranza quindi si comporta come Ponzio Pilato: nel testo sui rigassificatori, ad esempio, ha abrogato dal testo inizialmente presentato la previsione che fosse la Regione a dare l'autorizzazione alla realizzazione di questi impianti, e quindi lasciando al Governo nazionale la decisione e rinunciando così a svolgere le proprie competenze. Una vera ‘’volontà di non scegliere’’.
Il Gruppo regionale del PD ha manifestato con forza la propria contrarietà anche sulla frammentazione delle competenze tra Comuni, Province e Regione e sugli eccessivi strumenti, piani e programmi che dovrebbero regolare la materia.
C’è da registrare però almeno un risultato positivo raggiunto dal gruppo del PD: grazie ad una nostra proposta, l’aula ha votato quasi all’unanimità, escluso la Lega Nord, un emendamento che elimina la possibilità del commissario ad acta per le amministrazioni comunali resesi inadempienti per il rilascio di autorizzazioni per nuovi impianti energetici, prevedendo invece un meccanismo di coinvolgimento attivo per il Consiglio regionale e il Consiglio delle autonomie locali per gli impianti ritenuti di pubblica utilità e quindi strategici dalla Giunta regionale. In questo modo si è evitato che la Giunta regionale decida sulla testa dei comuni e delle loro comunità senza che questi possano opporsi.
Questa piccola ma importante vittoria dimostra che è fattibile trovare una strada democratica e partecipativa per fare bene le cose, basta poi aver voglia di farle.
 

venerdì 5 ottobre 2012

Dopo la bocciatura del Cal, si ritiri la bozza di Piano del Territorio!

Facciamo appello a questa maggioranza di centrodestra affinchè blocchi questa bozza di Piano del Governo del territorio, bocciata dagli enti locali che sono i primi soggetti a doverla applicare.


Come volevasi dimostrare, infatti, l'arroganza e il voler fare le cose da solo e in tutta fretta dimostrati dall'assessore Riccardi sono state smascherati dalla volontà della maggioranza del Cal che ha bocciato la bozza di progetto del Pgt.

Come PD regionale sosteniamo che questo importantissimo strumento che andrà a modificare dopo 35 anni il governo del territorio non può essere fatto a colpi di maggioranza e assemblee ''pseudopartcipate''. Deve invece essere un percorso che coinvolgerà non solo i Comuni ma anche le realtà organizzate come quelle imprenditoriali, i sindacati e le categorie interessate. Già in sede di audizioni tutte le categorie (imprenditori, professionisti, costruttori e ambientalisti, per citarne alcuni) hanno espresso la necessità di avere tempo e luoghi per discutere di questo fondamentale strumento. Lo dimostrano le memorie da essi presentate al Consiglio Regionale. Invitiamo quindi con forza la maggioranza di centrodestra a non seguire il vergognoso comportamento dell'assessore Riccardi, dimostrando invece il rispetto che meritano le istituzioni della nostra regione che, al di là di chi è al momento al governo, necessitano di uno strumento urbanistico partecipato e condiviso, e non creato in modo raffazzonato e con contenuti poco comprensibili.