giovedì 29 settembre 2011

Commercio: novità in arrivo

Interventi sulla legge di settore, predisposizione della legge regionale comunitaria 2010 (in consiglio tra ottobre e novembre), e alcuni interventi collocati nella legge di manutenzione: queste le tre azioni che la Regione ha dichiarato di voler portare a favore del commercio contro il proliferare dei grandi commerciali, in risposta all'interrogazione presentata da me e il consigliere Antonaz sulla situazione difficile del commercio di vicinato in Fvg.
La risposta della Regione ha evidenziato che «sulla desertificazione dei centri dei paesi e città, lo strumento individuato per il ''recupero'' di queste situazioni di crisi è stato individuato nei centri commerciali naturali e Centri di via, le cui norme sono state inserite nella legge di assestamento del bilancio», e «analogo discorso va fatto per i negozi di vicinato; mentre è allo studio il sostegno particolare per la vendita dei prodotti a chilometro zero, dopo quello già predisposto dagli uffici regionali dell'Agricoltura».
Concludendo: la cattiva notizia è che non si parla di moratoria, come invece noi avevamo chiesto. La buona è comunque che ci saranno novità in arrivo entro fine anno, e quindi suggeriamo ai Comuni di attendere le nuove norme prima di prendere decisioni.

Terex: la Regione fa lo gnorri!

Una richiesta al ministero per una Cigs di 24 mesi, e il riassorbimento di almeno parte del personale attualmente in forza: queste le due strade che la Regione comunica essere state prese in considerazione sul futuro della Terex, l'azienda che ha tutte le intenzioni (come comunicato alla organizzazioni sindacali) di cessare l'attività in quel di Monfalcone.

Ma, per quanto sia stata sollecitata, nessuna risposta è stata fornita in merito alla creazione di un tavolo di lavoro specifico per la situazione, come da me richiesto ricordando che, in altre occasioni (come ad esempio per la crisi ultima nel distretto pordenonese del mobile) siano stati attivati strumenti di analisi e discussione quali il tavolo degli “attori” del sistema e istituzionali, Regione inclusa.
Questo risponde la Regione alla mia Interrogazione a risposta immediata sul futuro della Terex che rischia di mettere in crisi un centinaio di famiglie che si trovano, di punto in bianco, senza stipendio.

L'assessore al Commercio e al Lavoro infatti mi scrive: «sono in corso trattative tra le parti in vista di una possibile richiesta al Ministero del Lavoro di Cigs per cessazione di attività per 24 mesi, previa sottoscrizione di un apposito accordo governativo. Nell'ambito del piano di gestione delle eccedenze, necessario al fine della stipula di tale accordo, sono in corso contatti con alcune imprese del territorio in vista del possibile assorbimento di almeno parte del personale attualmente in forza al sito di Monfalcone della Terex».

Nella risposta si specifica che «in sede di tavolo regionale di concertazione l'Amministrazione regionale ha condiviso con le parti sociali l'estensione al 31 dicembre 2012 dell'efficacia dei Piani di gestione di tutte le situazioni di gravi difficoltà occupazionale dichiarate». Quanto all'indotto, spesso escluso dalla vigente normativa di Cigs, «l'amministrazione regionale ha appena condiviso con le parti sociali l'aumento delle ore di Cig in deroga utilizzabili nel 2011».

E per Monfalcone? La Regione parla di «piani regionali e provinciali di fronteggiamento della situazioni di crisi», «interventi a difesa del reddito dei lavoratori» come Cigs e Lsu, la riqualificazione professionale, e altri provvedimenti di cui già si sapeva e che sono comunque di valenza regionale.
La mia interrogazione era invece chiara: chiedevo di attivare un tavolo tra Regione, Comune, sindacati per analizzare specificatamente la situazione monfalconese. Quindi mi sono dichiarato per niente soddisfatto della risposta, e già da ora sono pronto a continuare la battaglia accanto a lavoratori e sindacati.

mercoledì 14 settembre 2011

Bloccato il codice edilizia!

Il nuovo codice dell'edilizia avrebbe comportato ancora maggiori costi e aggravato un settore, quello delle costruzioni, che già risente pesantemente della crisi. Lo abbiamo fatto rilevare , in quarta commissione, bloccando o i lavori dopo appena un'ora dall'inizio della discussione che avrebbe dovuto dare alla giunta regionale il parere obbligatorio (anche se non vincolante).

Il Pd, con le parole mie e di Moretton, Travanut e Lupieri, ha incalzato l’assessore Riccardo Riccardi mettendo in evidenza che, con quel regolamento, i cittadini e le imprese della regione avrebbero dovuto sobbarcarsi maggiori costi, derivanti dall’aumento previsto nel testo presentato per gli oneri di urbanizzazione e costruzione.Abbiamo denunciato l’inopportunità’ di ulteriori aggravi a fronte della crisi che coinvolge anche il settore dell’edilizia, ottenendo la sospensione con il conseguente rinvio del regolamento.

Abbiamo poi messo in evidenza come sia necessario che la Giunta regionale presti maggiore attenzione nella elaborazione di regolamenti e leggi che oramai, sempre più frequentemente, sono impugnate dal governo nazionale o contengono misure inique e dannose per la comunità regionale.

Ci auguriamo che, nonostante il tempo eccessivo trascorso per l’approvazione del regolamento (due anni), vengano recepite le osservazioni del gruppo Pd con la predisposizione di un Codice dell’edilizia che non penalizzi ulteriormente anziché aiutare la economica regionale».

sabato 10 settembre 2011

La mia indignazione per il Giro della Padania


Con una lettera inviata al presidente del Coni regionale Felluga e presidente regionale Petrucci ho intenzione di esprimere il mio dissenso su una iniziativa che in questi ultimi giorni ha fatto parlare di sé: il Giro della Padania.



E' inutile infatti che ci giriamo attorno: quella gara non è stata altro che una strumentalizzazione dello sport come mai ci si sarebbe sognati di fare da parte nostra. E non lo dico come rappresentante politico di un partito, bensì come presidente provinciale del Coni e amante dello sport. Lo sport deve essere gioia e unione, non violenza e divisione come invece è stato in questa occasione. Si è trattato quindi di una iniziativa del tutto inopportuna, che si sarebbe dovuta evitare anche nel caso in cui non avesse suscitato le forti reazioni che invece ha generato.


Come rappresentante del Coni non ho mai e poi mai nemmeno ipotizzato di poter strumentalizzazione lo sport a fini politici, come invece è stato fatto in questa occasione. E che non si cerchi di sostenere il contrario: si poteva fare il Giro della Lombardia e anche il Giro del Piemonte, ma fare il Giro della Padania, ovvero di un ente territoriale inesistente, è stato un chiaro atto politico. E mi sorprende che la Fci abbia dato il suo assenso.



Ecco perchè ho deciso di esprimere il mio disagio, come rappresentante di un ente sportivo, in una lettera che invierò direttamente alla presidenza regionale e nazionale del Coni.

Commissario laguna: utile o strumentale?

Dalla Regione cronache, il Comunicato congiunto con Travanut:


Metodo effettivamente utile o strumento poco trasparente per quanto riguarda le consulenze? E' questo il dubbio che viene sollevato dai consiglieri regionale Travanut e Brandolin in merito alla gestione commissariale per l’emergenza socio-economica e ambientale della Laguna di Marano Lagnare e Grado. Una ''emergenza'' che, per i due consiglieri del Pd, deve cessare, visto che dei sei milioni di euro stanziati, ne rimangono per le opere effettive 250mila. Gli altri? Spesi in consulenze. E quando un vero dragaggio si è fatto, le varianti in corso d'opera sono state affidate con un semplice ''atto aggiuntivo'', suscitando più di qualche perplessità.
«La gestione commissariale per l’emergenza socio-economica e ambientale della Laguna di Marano Lagnare e Grado è operativa sin dal 2002 – affermano Brandolin e Travanut - dal mese di marzo 2009 al mese di luglio 2011 il Commissario di cui sopra ha speso la considerevole cifra di 6 milioni e 257 mila euro per studi, ricerche, progetti, analisi e rilievi per dare risposta all’emergenza della Laguna». Utili? Ci si chiede fino a che punto, visto che «una considerevole parte di quei fondi per studi, ricerche, eccetera, sono andati a finanziare il lavoro di un ristretto numero di società e professionisti, in alcuni casi nella completa assenza di evidenza pubblica per le procedure di assegnazione dei lavori e, spesso, attraverso il prolungamento e l’ampliamento dei contratti in essere».
Nello stesso periodo, spiegano i consiglieri, «è stata destinata ai lavori la risibile quota di 251.779 euro per il dragaggio, in punti diversi della laguna e in diversi momenti, di circa 25 mila metri cubi di fanghi».
E' vero che «nel gennaio 2008 è stata comunque esperita una gara di evidenza pubblica al fine di dragare 168 mila mc. di materiale per un valore di 4 milioni e 830 mila euro, e nel corso delle attività sono stati effettivamente dragati 57,6 mila metri cubi di fanghi», ma «il materiale dragato avrebbe dovuto essere depositato in siti appositamente individuati nei territori dei comuni di Grado e Lignano Sabbiadoro, peraltro non ancora idonei a tale funzione».
Che cosa è successo? «Nel frattempo, il Commissario ha predisposto una perizia suppletiva di variante per adattare un sito in località Fearul, nell’ambito della zona industriale Aussa Corno, per lo stoccaggio provvisorio del materiale che prevede una spesa aggiuntiva di 5,2 milioni di euro». E i lavori sarebbero stati affidati all’impresa incaricata del dragaggio con un semplice “atto aggiuntivo” al contratto originario, senza tenere conto che si tratta di lavori di ben altra natura rispetto a quelli affidati, lasciando così «parecchie perplessità sulle procedure adottate – affermano Brandolin e Travanut - considerato l’incremento del costo che ha avuto il lavoro in argomento, passando da 4 milioni 830 mila euro a 10 milioni di euro per il dragaggio e lo stoccaggio di 168 mila metri cubi di fanghi». E in tutto sono circa 3 milioni di mc i fanghi da dragare e da stoccare.
I due consiglieri quindi chiedono all'assessore competente una «valutazione dell’Amministrazione regionale sul prosieguo dei lavori, in considerazione dei costi che si dovranno sostenere per realizzare il progetto predisposto dal Commissario al fine di dare risposte efficaci all’emergenza della laguna di Gradi e Marano», e domandano «se non ritenga che sia opportuno, dopo quasi dieci anni, chiudere la gestione commissariale riaffidando le funzioni di manutenzione della Laguna alla competente Direzione regionale o, eventualmente, ad altro soggetto pubblico già oggi presente su quel territorio, tenuto conto che il Decreto legislativo 205/2010 non considera più come rifiuti i materiali di dragaggio derivanti da scavo e manutenzione delle vie d’acqua».