venerdì 24 giugno 2011

Un piano per la Laguna di Grado e Marano

Aprire un tavolo di crisi sulla situazione economica della laguna di Grado e Marano, realizzare il Piano di Gestione delle risorse Ittiche dell’Alto Adriatico e prevedere uno specifico Piano della Laguna di Grado e Marano Lagunare, avviare il programma di sviluppo dell’acquacoltura, semplificare le operazioni di sdemanializzazione: queste le principali richieste del documento presentato da me e dal consigliere Pd Travanut (e firmato da tutti gli altri consiglieri dell'Isontino) per dare una nuova marcia al settore pesca, che in questi mesi sta vivendo un forte periodo di crisi.
La crisi è senza precedenti:l'attività di pesca della laguna registra flessione delle catture, riduzione dei ricavi e calo dei prezzi più elevati raggiunti dalle località marinare dell’Alto Adriatico e questa situazione influisce negativamente sul tasso di sviluppo e sulla produzione di valore aggiunto. Come conseguenza, non solo gli operatori e gli addetti sono costretti a lavorare meno ore sulla barca, ma importanti cooperative dei pescatori, come la Coop. San Vito di Marano Lagunare, sono coinvolte da seri problemi che ne mettono in discussione l’operatività e il futuro degli associati.
Come rispondere a questa situazione? Secondo noi, la prima azione da fare è quella di aprire il “tavolo di crisi” regionale e concordare con le Regioni Adriatiche misure urgenti comuni da presentare al Governo e ai Ministri competenti per presentare all’Unione Europea progetti sin da subito cantierabili.
In secondo luogo, si deve completare la formazione del Piano di Gestione SIC/ZPS IT3320037 della Laguna di Marano e Grado e del Piano di Gestione Regionale della Pesca e i suoi Regolamenti, e contemporaneamente realizzare il Piano di Gestione delle risorse Ittiche dell’Alto Adriatico condiviso tra i vari sistemi di pesca, realizzando filiere competitive e partecipando ai mercati transnazionali stabilendo procedure e rapporti di collaborazione nel settore con la Slovenia e Croazia.
In particolare, nell’ambito della programmazione regionale e del Piano di Governo del Territorio si dovrà prevedere uno specifico Piano della Laguna di Grado e Marano Lagunare in cui integrare le politiche ambientali, industriali, della pesca, della nautica e della ricettività in modo da considerare quel "territorio" unico ed unitario. Tre gli strumenti necessari: una sintesi delle proposte di investimento private nei campi del diportismo e dell’attrattività turistica, dispositivi di “compensazione ambientale” sia naturalistici sia territoriali-paesaggistici che prevedano la riprogettazione del territorio nel suo complesso, e tener conto delle “capacità di sopportazione” e della “sostenibilita’” data dalla somma degli interventi ipotizzati nella Laguna di Grado e Marano.
Altra azione è quella dello sviluppo dell’acquacoltura attraverso progetti specifici che favoriscano la ristrutturazione del comparto, l’accrescimento delle competenze professionali sulla base di “progetti pilota”, favorendo la ri-capitalizzazione delle imprese e delle cooperative di pescatori su progetti di crescita e innovazione.
Infine, è propritario semplificare le operazioni di sdemanializzazione di aree idonee e riconosciute dai Prg per l’insediamento di attività produttive e di supporto all’economia della nautica locale, come ad esempio l’Isola Dossat a Marano Lagunare.

lunedì 13 giugno 2011

La Cigo a Gorizia continua a crescere...

L'economia della Provincia di Gorizia sta bene? Non si direbbe andando a vedere i dati relativi alle ore di Cassa Integrazione richieste nel mese di maggio 2011 e confrontandole con quelle del solo mese precedente.

Complessivamente, infatti, quest'anno la Cassa Integrazione ha impegnato nel goriziano 182.456 ore, rispetto alle 113.909 del precedente mese di aprile. Un aumento di quasi 70mila ore, non certo poche. Se la Cassa integrazione ordinaria (chiesta per motivi che possono essere la mancanza di commesse e riduzione mercato) è solo leggermente aumentata ( dalle 46.379 ore di aprile si arriva infatti alle 54.517 di maggio) la Cassa integrazione in deroga (relativa ad artigiani e commercianti), non se la passa meglio: è salita dalle 28.754 ore di aprile alle 35.387 di maggio, segno della sofferenza delle imprese minori di tutti i comparti.

Ma il dato che spaventa di più è quello della Cassa integrazione straordinaria, che riguarda crisi di aziende e ristrutturazioni, che è cresciuta significativamente: dalle 38.776 ore di aprile alle 92.552 delle ultime rilevazioni del mese di maggio.

Come commentare questi dati? Semplice: la crisi, almeno in provincia di Gorizia, continua a mordere. E non va affatto presa sottogamba: ricordo che, dopo la mobilità e la Cigo, c'è solo il licenziamento. Per cui questo non è il momento di ritenersi al sicuro né di perdere tempo, come finora troppo spesso si è fatto.
Anzi: la giunta regionale in primis deve attivarsi per trovare la via del rilancio di un'economia, quella goriziana, che è stata troppo spesso sottovalutata, e che invece rappresenta la vita di migliaia di famiglie.

mercoledì 1 giugno 2011

Premio Noè: una risposta... pantianiccocentrica

«La necessità dello spostamento dell'evento Gran Noè è stata determinata da diversi fattori, in primis l'esigenza di sdoganare una manifestazione di carattere comunale/regionale su scala internazionale/nazionale».
E' stata questa la risposta che ho ricevuto dall'assessore regionale competente in merito alla mia interrogazione (condivisa da tutti i consiglieri regionali della Provincia a eccezione del leghista Razzini) sullo spostamento del Gran premio Noè da Gradisca a San Daniele. Una risposta che non ha affatto convinto.
L'assessore infatti sostiene che «la realizzazione del Gran Noè a San Daniele permette una maggior capitalizzazione delle risorse promozionali investite dalle regione visto il numero di presenza di visitatori». In pratica, la Regione punterebbe a mettere assieme prosciutto di San Daniele e vino, «come da più parti richiesto». Infine, Violino sostiene che «nella decisione ha avuto il suo peso anche il fatto che attualmente l'enoteca La Serenissima, che avrebbe dovuto rappresentare il fulcro della manifestazione, non è più disponibile, indicazione che non era stata fornita dall'amministrazione comunale durante gli incontri preliminari».

Insomma, tutto qui. Mi pare quindi che di motivi seri per lo spostamento non ce ne siano: si è trattato di uno scippo vero e proprio, della volontà pura di spostare una manifestazione importante nell'udinese (non bastava evidentemente averla già nel Friuli), dimostrazione di un vergognoso comportamento «pantianiccocentrico» (dal nome del paese natale dell'assessore). Niente altro.