martedì 27 luglio 2010

Inopportuno l’iter per la nomina del comandante della polizia provinciale di Gorizia!

Nella seduta odierna del Consiglio regionale, non senza un certo imbarazzo, l’Assessore Seganti ha risposto all’interrogazione presentata ancora nel marzo scorso in merito alla nomina del Comandante della Polizia provinciale di Gorizia, nella quale chiedevo se fosse rispondente ai requisiti di legge.

Girando un po’ intorno al punto della questione, l’Assessore ha ammesso come questa nomina non risponda effettivamente ai requisiti di legge, in quanto sprovvista del requisito di comprovata professionalità ed esperienza maturata all’interno dei Corpi e dei servizi di polizia locale, ma sia stata possibile grazie alla mancanza del regolamento attuativo della LR 9/2009 ed alla conseguente applicazione del regime transitorio, per cui fino all’entrata in vigore del regolamento continuano a trovare applicazione le norme contrattuali ed i regolamenti che disciplinano l’accesso all’impiego dei singoli enti attualmente vigenti. Per cui la Provincia di Gorizia, dopo aver conciliato con un proprio dipendente una causa di lavoro, inquadrandolo con profilo professionale PLC4 nel Servizio di vigilanza provinciale, ha potuto nominarlo successivamente Comandante della Polizia provinciale essendo in quel momento il più alto in grado in servizio.

Con una forzatura inopportuna, quindi, l’ente ha potuto procedere a questa nomina, nelle more dell’approvazione del regolamento attuativo, che tra l’altro addirittura prevedrà il superamento di un corso-concorso pubblico (anche con riserva per i ruoli di ispettore e commissario) per l'accesso ai ruoli di agente, ispettore e commissario, un successivo apposito corso di preparazione al concorso ed infine i vincitori dovranno frequentare un apposito corso di formazione di base o di qualificazione professionale!

E l’Assessore Seganti, inoltre, ha auspicato che i singoli enti provvedano a conformarsi ai principi delle nuove disposizioni di legge, pur vigendo ancora la disposizione transitoria.

Da parte mia e dei miei colleghi (i consiglieri Brussa, Valenti e Marin) non possiamo invece che rammaricarci per le lungaggini nella predisposizione dei regolamenti attuativi della legge regionale 9/2009 che hanno permesso una situazione del genere, dove in buona sostanza non c’è la certezza che, non rispondendo la nomina del Comandante della Polizia provinciale di Gorizia ai requisiti “normali” previsti dalla legge stessa, essa sia una risposta valida e concreta alle esigenze di quel territorio e dei suoi cittadini.

mercoledì 14 luglio 2010

Consorzio Universitario: dove sono le categorie produttive??


Più che discutere sui vertici del Consorzio Universitario, più che polemizzare su chi ha sbagliato e dove (ferma restando la speranza che si possa ovviare all'errore), è urgente ripensare il ruolo del Consorzio, e soprattutto l'interesse del mondo economico e produttivo goriziano nella presenza dell'Università a Gorizia.
E' questo il mio pensiero sulla vicenda della perdita dei fondi europei che ha messo in subbuglio politico goriziano. E lo dico non tanto come consigliere regionale, quanto come ex-Presidente della Provincia, riprendendo un concetto che più volte avevo già espresso: tralasciando la polemica attuale, non sarebbe forse il caso di cogliere l'occasione per un ripensamento sul ruolo del Consorizio Universitario? Ovvero, capire se vogliamo che diventi un semplice passacarte e raccoglitore di contributi, oppure se vogliamo che sia un punto cardine dello sviluppo, anche economico, del territorio. In questo caso, però, ci si aspetterebbe che facciano la loro parte anche i soggetti che più dovrebbero essere interessati: imprenditori e categorie economiche in primis. Ci si chiede infatti dove sono, in questo momento. Perchè non intervengono? Non si può sempre attendere che sia la politica a sistemare tutto.
Questo lo dico pure mettendomi assolutamente a disposizione, come consigliere regionale, per capire in che modo intervenire per rimediare alla vicenda dei milioni persi.
Ma è anche vero che ci sono state alcune vicende, prima tra tutte la chiusura del corso di laurea in Viticultura ed Enologia a Cormons, che avrebbero dovuto mettere in allarme prima tra tutti il mondo economico locale. Così non è stato, e a questo punto ci si chiede: agli industriali, imprenditori e categorie economiche, interessa veramente avere l'Università a Gorizia? Allora che si attivino. Esiste un Patto per Gorizia: perchè non si fa sentire?

venerdì 9 luglio 2010

L'interrogazione a firma Brussa-Brandolin sulla passerella in spiaggia a Grado...

I consiglieri regionali del Partito Democratico Giorgio Brandolin e Franco Brussa, preoccupati dallo stato in cui versa il tratto di spiaggia in concessione alla Fondazione ONLUS “Ospizio Marino di Grado”, hanno presentato oggi una interrogazione in Regione per sapere se il commissario straordinario della Fondazione provvederà ad autorizzare gli atti necessari al suo utilizzo.
Da molti anni, infatti, gli ospiti dell’Istituto Barellai di Grado, centro per la riabilitazione integrata di molte malattie determinanti disabilità ed handicap, fruiscono della vicina spiaggia mediante la posa di una passerella atta a percorrere anche con carrozzine l’arenile fino alla battigia, permettendo così anche a coloro che si muovono esclusivamente con quel tipo di ausili di usufruire di spiaggia e mare gradesi.
E per un migliore fruizione la spiaggia veniva attrezzata anche con la posa di cabine ed ombrelloni.
“Siccome ad oggi non risulta che il commissario straordinario abbia autorizzato la posa di passerella, cabine ed ombrelloni – affermano Brandolin e Brussa – chiediamo al Presidente della Regione e all’Assessore competente, con una certa urgenza, quando il commissario straordinario autorizzerà la posa per permettere finalmente anche a chi non si muove autonomamente di fruire dei benefici dei bagni di sole e di mare della spiaggia di Grado.”
“In caso di inutilizzo il danno, poi – chiudono i due esponenti regionali del PD - sarebbe ancor più grave perché fruiscono dei servizi dell’Istituto non solo utenti convenzionati con le Aziende sanitarie ma anche privati cittadini, in molti casi provenienti da fuori regione, che pagano di tasca propria tali servizi. Per cui, alla fine, i danni potrebbero essere non solo ambientali, con una spiaggia lasciata a se stessa, ma anche economici e di immagine”.

Trieste, 2 luglio 2010